Ma lei niente, impassibile, prosegue:
— “Mi avevate detto che non avrei fatto coda!”
E lì mi scatta la vena poetica. Respiro, metto il tono da narratore epico, e con calma rispondo:
— “Sì signora, è vero, le avevamo detto che ci sarebbe stata una corsia preferenziale per i ritiri. Non che al suo ingresso in pasticceria sarebbe calata la notte, un fascio di luce l’avrebbe avvolta, il tempo si sarebbe fermato, gli altri clienti si sarebbero dissolti e la commessa designata all’immenso onore di servirla le avrebbe consegnato la sua torta volando su una nuvola di zucchero.”
Silenzio. Lei mi guarda. Il cane mi guarda. Persino il tortone da 3 kg sembra giudicarmi.
Io chiudo la scena, indicando il bancone:
— “Ora si metta lì, che la prossima è lei.”
Sipario.
Odio tutti.
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