Pizzeria d’asporto. Abbiamo clienti occasionali e clienti abituali. Purtroppo però, abituali e affezionati non sempre vanno a braccetto.
Solita chiamata, solito ordine di una margherita con salsiccia, un supplì e una coca cola.
Chiama quasi ogni sera, probabilmente ha trovato l’elisir di lunga vita o di lungo studio nella salsiccia della nostra pizza.
La consegna è talmente vicina che noi speedy possiamo farla tranquillamente a piedi, ma lui probabilmente dimentica questo dettaglio: ogni santa sera, dopo avergli portato la pizza, arriva la sua solita chiamata che lamenta una “pizza totalmente rovesciata”. La prima volta, ingenuamente, gli è stata riportata una seconda pizza sulla fiducia; la seconda volta, gli è stato fatto uno sconto. Dalla terza in poi ci siamo limitati a scusarci.
Fesso sì ma scemo no, cerco sempre di evitare qualsiasi problema con i clienti in modo da non fare torto ai titolari (naturalmente). Perciò una sera in cui l’ardua consegna capita a me, decido di aprire la pizza mentre sono in ascensore per fotografarla, istanti prima di consegnarla al Joker de noantri. La pizza è totalmente integra: richiudo tutto e la consegno.
La chiamata non tarda ad arrivare, ma stavolta uso il mio asso nella manica e faccio vedere l’integrità della pizza ai capi, che a questo punto hanno capito l’antifona. La sera dopo, stessa tiritera, gli chiedo molto cortesemente di aprire la pizza davanti a me, così da potermi sincerare delle perfette condizioni di essa. Inutile dire che non ha più richiamato.