Lavoro da tre anni nell’assistenza clienti di una catena che vende elettrodomestici, sia online che nei negozi. Rispondiamo al telefono, alle mail, a volte anche sui social (peccato non pagassero di più per leggere insulti creativi alle sette del mattino).

Un pomeriggio tranquillo, verso le 15:30, arriva una chiamata con un numero fisso. Rispondo con la solita formula:
«Buongiorno, assistenza clienti, sono Marco, come posso aiutarla?»

Una voce femminile, distinta ma un po’ affaticata, mi dice:
«Buongiorno a lei. Guardi, io non sono qui per arrabbiarmi, però il forno che ho comprato da voi… fa rumore. Un rumore che non dovrebbe fare. Tipo… come se tossisse.»

Mi fermo un secondo. «Tossisse? In che senso, mi scusi?»

«Eh, una specie di *chkkrrr… koff!*… come un colpo di tosse metallica. Poi si ferma. Poi riparte. E poi di nuovo si zittisce. Lo fa ogni cinque minuti, da quando l’ho acceso.»

Provo a non farmi scappare una risata. Non per prenderla in giro, eh. Ma perché la descrizione è talmente precisa e strana che mi viene in mente un forno antropomorfo con la bronchite.

«Capito. E succede sempre, anche se il forno è vuoto?»