4 giugno 2018, sempre quel call center in un’azienda che gestisce anche prenotazioni per alberghi in tutta Italia.
Suona il telefono
ore 9.45
“XXXXXX, buongiorno, sono Samantha”
“Buongiorno signorina, vorrei sapere se avete posto in una delle vostre strutture a Lignano.”
Elenco velocemente le strutture che sono affiliate con l’azienda.
“Mi interessa l’hotel Mini..coso.. se è possibile per una settimana a partire dal 14 giugno.”
“Signora, mi scusi, ma purtroppo l’hotel in questione non dispone dell’aria condizionata. Se vuole, posso spostarla allo stesso prezzo, in un albergo che si trova sulla stessa strada, che ha anche balcone e aria condizionata.”
“No, guardi, la ringrazio, ma mi va bene quello che ho scelto.”
Ore 15.00, stesso giorno
“XXXXXX, buongiorno. Sono Samantha”
“Buongiorno, signorina. Vorrei prenotare una stanza in uno dei vostri alberghi in montagna.”
Avendo già in mano il quadernone con tutte le caratteristiche dell’albergo, devo solo seguire le indicazioni del cliente. Dopo una ventina di minuti ha prenotato una suite di quelle supercostose, tutti i servizi possibili e immaginabili per tutto il mese di agosto.
Finisco di compilare la prenotazione e comunico il totale al cliente.
“Allora, il totale è di €22.415,00″ (non sto scherzando, lo ha pagato sul serio)
“Benissimo. Sa, è un regalo per mia moglie. Siamo sposati da quasi 60 anni. Mi ha dato cinque splendidi figli, il minimo che posso fare è cercare di farla sentire come una regina, anche se per solo un mese.”
Il 16 giugno arrivo in ufficio, accendo il telefono e mi sistemo alla scrivania.
Tempo dieci minuti e inizia a squillare.
“XXXXX, buongiorno. Sono Samantha.”
“Proprio lei! Questa sottospecie di catapecchia non ha aria condizionata e nemmeno un balcone. Rivoglio subito i miei soldi.”
Dopo diversi minuti passati a spiegare che no, non è vero che non l’avevo avvisata e che sì, avevo spiegato che era possibile alloggiare in una struttura simile, arriva la sentenza
“MA É IL TUO MESTIERE CAPIRE COSA VUOLE IL CLIENTE! SE NON SEI IN GRADO DI FARE QUESTO LAVORO, É MEGLIO CHE TE NE VAI E LASCI IL POSTO A CHI SA FARE QUESTO LAVORO.”
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