Nel nostro salone offriamo la possibilità di applicare il colore che la cliente porta con sé con uno sconto di 5€ sul prezzo di listino. È un servizio pensato per chi ha allergie o esigenze particolari.
E poi c’è lei.
Lei che viene nel salone ormai da 10 anni, ahimè.
Lei che ogni mese fa il colore.
Ogni mese arriva in ritardo di 15 minuti.
Ogni mese ha fretta e vuole essere fuori in un’ora, non importa che sappia che è impossibile, lei ha fretta.
Ogni mese ti chiede il trattamento idratante (per quello avrebbe tempo) senza voler pagare il supplemento.
Ogni mese puntualmente ti dice di non volerlo più quando capisce che neanche stavolta glielo abbuono (stiamo parlando di 3€).
Ogni mese so che si lamenterà che 30€ per un colore e una piega sono troppi.
Ogni mese allora se ne andrà da un’altra parrucchiera se non le fai lo sconto.
E ogni santo mese, purtroppo, puntualmente (non troppo) ritorna.
Siccome lassù ho un hater, l’ultima volta la cliente in cassa prima di lei ha pagato meno essendosi portata il colore da casa, quindi arriva il suo turno, mi molla 25€ in cassa e fa per andarsene. La fermo.
“No no, non ci provare, ti ho sentita sai che a lei hai fatto lo sconto, ma pensi di prendermi in giro!?”
“Guarda che lei ha pagato così perché aveva portato il suo colore”.
“Improperi vari Embhé, potevi dirmelo, allora la prossima volta me lo porto anch’io”.
E vabbè non ci provo neanche a spiegarti che un colore a meno di 5€ difficilmente lo trovi, quindi non ci stai guadagnando nulla.
Arriva oggi con il suo colore, completamente diverso da quello che le facciamo di solito (pagato 7€ ma vabbè) e io già so.
“Guarda che questo colore non è il tuo”.