Entra il tipico americano da film: sovrappeso, camicia hawaiana, calzoncini di un colore indefinito, infradito, segno degli occhiali da sole sul viso paonazzo. Diciamo che non avrei scommesso poi tanto sul suo potere di acquisto.

“Vorrei vedere quel braccialetto che è in vetrina. Sto cercando un regalo per ‘my baby’”. Nel mio cervello ‘my baby’ è una figlioletta. Tiro fuori il bracciale. Comincio a spiegargli che sono diamanti VERI.

Oro blablabla, carati blablabla…e cerco di enfatizzare le caratteristiche del gioiello perché fosse chiaro che parlavamo di un oggetto costoso. Inoltre il cartellino del prezzo a 4 cifre era ben visibile. “È molto bello. ‘My baby’ lo amerà. Lo mette in un astuccio?”

Adesso nel mio cervello ‘my baby’ è diventata una fidanzata. Rilancio la caratura totale dei diamanti e il prezzo di x000 $ per essere sicura non ci siano stati fraintendimenti. Tira fuori la carta di credito, paga e se ne va tutto felice. Credevo di avere imparato una lezione sull’umiltà e sulla necessità di non giudicare mai dalle apparenze, ma non era abbastanza.

Qualche giorno dopo ritorna. “Ciao, vorrei un altro braccialetto come quello che ho comprato. Vorrei regalarlo all’altro ‘my baby'” Ci tengo a sottolineare che in inglese non capisci subito se il sostantivo è femminile o maschile in casi come questo. ‘My baby’ nel mio cervello adesso è l’amante. Tiro fuori un altro bracciale, un po’ diverso dal precedente e un po’ più caro (visto che poteva spendere, ben venga!).

Ricomincio ad elencare con trasporto tutte le caratteristiche del meraviglioso oggetto. X000 $ di costo. Accetta. Carta. Astuccio.

Ma la curiosità è femmina. E se sei intelligente sai anche come soddisfarla. “Le sue figlie saranno davvero contente di ricevere dei regali così speciali!” “Oh no! Io non ho figli!” “Allora ha delle ‘partners’ molto fortunate!” Immaginavo che a questo punto avrebbe tirato fuori qualcosa di succulento, ma MAI avrei potuto pensare… Ride.

Apre l’iPhone e mi mostra la foto delle ‘baby”. Avrei dato 100€ per vedere la mia faccia in quel preciso momento. Mi sforzo di restare seria. “Sono… ca-carine! Co-co-cosa s-sono?”

“Le mie due iguana! Userò i bracciali come collana una per ciascuna. Saranno bellissime!” La lezione di umiltà che ho imparato quel giorno non la potrò mai dimenticare.