Ero titolare con altre socie di un bar famoso negli anni per i suoi “toastoni”.
D’estate la terrazza esterna era molto frequentata e spesso, se c’era una gran mole di lavoro o grandi tavolate, preparavamo comunque tutto al momento a seconda delle richieste dei clienti.

Una domenica, ero stremata da un’altra settimana di caldo, afa, pienone.
Sul bancone 7 taglieri con dei toastoni farciti ognuno in modo differente perché bisognava viziare il cliente.
Di fianco al fornetto e con 50 gradi perenni c’era una pila di ordini che non aveva fine.