Lavoro come commessa in un ipermercato solo nel weekend, non mi lamento mai dei clienti dell’ultimo minuto, perché mi cambia poco la vita iniziare a contare il cassetto cinque minuti prima, in più sono di natura diplomatica e molto gentile, non riesco a mandarti via.
Il sabato chiudiamo alle 21 e nonostante il poco tempo, non possiamo impedire ad un cliente di entrare alle 20:55, ma possiamo giustamente intimargli di sbrigarsi perché le casse devono fare chiusura alle 21, obbligatoriamente.
Entra la signorina “Ultimo Minuto” alle 20:55, la guardia (proveniente da azienda esterna) le chiede di effettuare gli acquisti rapidamente e la lascia passare. Alle 21 la signorina girovagava ancora per gli scaffali accanto la mia cassa con il cestino vuoto, così una delle guardie le chiede per favore di fare un acquisto alla velocità delle luce oppure di tornare il giorno seguente, perché il negozio deve chiudere.
Ore 21:01: arriva furente la signorina senza cestino alla mia cassa, mi giro sorridente e con frasi pronte nella testa come: “Non si preoccupi capita a tutti di arrivare al pelo, ci siamo passati tutti”, ma lei decide di proseguire il percorso arrivando in mezzo al corridoio che collega le entrate ed urlare, facendomi diventare grande come una nocciolina:
“Comunque grazie eh, gentilissimi devo dire!”
E la guardia le risponde: “Mi dispiace ma sono le 21, ci sono degli orari da rispettare sia da parte nostra che da parte dei lavoratori dell’ipermercato.”
“Le cassiere possono anche aspettare cinque minuti in più per chiudere.”
“Signorina, stava girando a vuoto con il cestino vuoto, il negozio ha chiuso e lei aveva il cestino ancora vuoto, o si avvicina alla cassa alle 21 oppure esce, mi sembra logico.”
“Anche io lavoro nei supermercati, cosa credi? Io qui dentro non ci vengo neanche più e andate tutti a fan**!”
Grazie anche a lei, arrivederci!
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