Una mia cliente, che lavora in una nota catena di supermercati ma in una **filiale minuscola di montagna**, mi ha raccontato questa scena e giuro che ancora rido.
È mattina, giorno di mercato, il paese è pieno come solo i giovedì sanno esserlo: vecchietti con la busta della coop, signore che comprano due zucchine e ci fanno conversazione per venti minuti, e turisti spaesati che non capiscono dove siano finiti.
Al banco cassa c’è lei, la mia cliente, quando si presenta una signora ben vestita, aria distinta ma già un po’ *“giudicante”*, voce che rotola bene sulle erre. Tipico profilo da “vengo dalla città, ma sto qui per purificarmi”.
Poggia la spesa sul nastro, roba normale: due bottiglie d’acqua, latte, scatolame, pasta, detersivo. Però in quantità da guerra.
Finita la battitura, guarda la cassiera e parte la richiesta, con tono da prenotazione in un hotel 4 stelle:
— *Senta, io dovrei portare tutta questa spesa a casa ma da sola a piedi proprio non ce la faccio. Mi portate voi? Però entro e non oltre le 11:30, mi raccomando, che ho da fare. Ah e poi devo passare anche in farmacia… ce la facciamo a passare anche in farmacia?*
La cassiera, che già la guardava con l’occhio da “qui qualcosa non quadra”, risponde calma:
— *Mi scusi, ma noi non facciamo questo servizio…*
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