Hotel in Trentino, località montana molto instagrammabile (ma solo per i giovani: per gli over 70, serve l’ingrandimento).
È domenica, giornata di cambio clienti: via famiglie con bambini, giovani coppie con zaini da trekking e selfie stick, e dentro… la grande ondata.
I gruppi. I pullman.
E oggi, precisamente, 30 persone.
Tutte over 70. Nessun superstite sotto.
Ora, noi all’organizzatore lo avevamo detto.
Gliel’avevamo scritto, detto al telefono, via mail, in caps lock, a voce bassa e alta:
“Le camere saranno pronte dalle 13 in poi. Non prima.”
E invece, ore 7:30.
Ancora col cornetto in mano, vedo lui: il pullman.
Che si staglia nella nebbia come un’astronave madre.
Scendono a frotte, cappelli da pioggia, giacche antivento, trolley che trascinano come se fossero sacchi di carbone.
Entrano subito nel cortile, e via:
«È mezz’ora che aspettiamo! Ma l’albergo è ancora chiuso!»
«Eh bravi, bella accoglienza! Io c’ho la pressione bassa!»
Ci guardiamo tra colleghi, nessuno fiata.
Per placare l’insurrezione, decidiamo di offrire la colazione.
Errore. Madornale.
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