Biblioteca di un paese non troppo grande.
Donna di 80 anni con libri in mano, si avvicina al banco.
Salve, signora, mi dica.
C’è solo lei?
In che senso?
Mi guarda come fossi la peggio mer** sulla Terra: “A me i giovani tatuati con quei cosi di metallo sulla faccia fanno schifo, non voglio nemmeno vederli, voglio la sua collega.”
Arriva la collega, visibilmente imbarazzata dall’esternazione della tizia.
Mi guarda e mi implora con lo sguardo di non lanciar l’utente fuori dalla finestra.
Io allora respiro, guardo la sessantenne e, con una pacatezza surreale, le dico: “Signora, non si preoccupi, io e lei ci rivedremo quando sarà in pericolo di vita e chiamerà il 118, dato che son soccorritore”.
Il suo sguardo è cambiato.