Venerdì sera, ristorante di pesce,
locale pieno, odore di fritto e crostacei nell’aria, campanello della porta che suona a ripetizione. I camerieri fanno avanti e indietro come in una partita di ping-pong, e io dietro al bancone cerco di incastrare prenotazioni, ordinazioni e sorrisi di circostanza.
Entra lei.
Sulla cinquantina, elegante, capelli perfettamente in piega. Le braccia sono cariche di borse e bustine di boutique: il tipico bottino di un pomeriggio di shopping sfrenato.
— «Buonasera signora, come posso aiutarla?»
— «È possibile avere una frittura di pesce da asporto?»
Finalmente una richiesta semplice!
— «Sì certo, gliela faccio preparare subito. Attende qui?»
— «Sì sì, la voglio subito!»
Poi, con un gesto teatrale, appoggia due buste sul bancone e, come in una scena al rallentatore, tira fuori un contenitore di plastica. Lo apre e… dentro ci sono calamari e gamberi crudi.
— «Ecco, questi sono i calamari e i gamberi da friggere… sa, io non mangio cibo dagli estranei.»
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