Io:
«Signora, davvero, le consegne non le fa papà, e abbiamo una lista lunghissima, ci serve l’indirizzo preciso.»
Lei:
«Ma lui c’è andato l’anno scorso! Lo sa benissimo. Te lo spiega lui!»
Io (respiro profondo):
«Signora, lo so che lei si fida, ma per favore… solo via, numero civico, località, qualcosa da scrivere…»
A quel punto lei, offesa che io non abbia già un archivio mentale aggiornato dei 200 indirizzi storici del paese, parte con le istruzioni creative:
«Allora… abita a San Fidenzio Basso, nella stradina secondaria, subito dopo il semaforo che lampeggia, dietro la chiesa grande, dove c’è la fontana coi pesci finti, accanto alla posta vecchia, vicino alla scuola elementare che adesso è chiusa… ti ricordi? Dove facevano il mercato del lunedì? Ecco, lì!»
E io, immobile, con la penna in mano e lo sguardo fisso nel vuoto.
Alla fine, mi arrendo.
Scrivo sulla lista:
“San Fidenzio Basso, stradina dopo semaforo, dietro chiesa grande, vicino scuola chiusa, zona mercato vecchio.”
Basta.
Mi rassegno al fatto che, anche quest’anno, sarà mio padre (che dovrebbe essere in pensione) a venire in soccorso per “decifrare i geroglifici natalizi”.
Ma ovviamente, quando gli chiedo delucidazioni, la risposta è sempre la stessa:
«Eh boh, cosa vuoi che ne sappia io?! L’ho fatta l’anno scorso, mica me lo ricordo. C’era la nebbia!»
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