Lavoro in una biglietteria di un importantissimo snodo ferroviario italiano.C

Ore 17:00.
Signora tutta in tiro, con valigione a seguito e cagnolino nella borsa si avvicina con aria spocchiosa affermando che è stata truffata.
Le chiedo gentilmente di spiegarmi cosa sia successo in modo da poterla aiutare e, nel caso, vedere se fosse possibile riproteggerla sul prossimo treno utile.

La signora mi spiega che aveva un treno per Milano (“devo andare lì, c’è la fashion week”) ma che il treno non c’era.
Strano, mi dico.
Chiedo di vedere il biglietto, e qui si risolve il mistero: il treno prenotato dalla signora era delle 15:00, lei è arrivata alle 17:00.

“Ma tu mi stai (il tu al lavoratore è d’obbligo) dicendo che il treno parte anche se non ci sono tutti i passeggeri a bordo? Il capotreno avendo visto il mio posto vuoto doveva avvertire e fermare il treno. Non è possibile che io sia rimasta qui. Voi non sapete chi sono io. Conosco personalmente la dirigenza”.