«Sì, la carta è nuova magari… ma il sistema esiste da almeno cinque anni.»

Lei a quel punto cambia tono, incrocia le braccia e scuote la testa:
«Seeeeh, certo. Voi giovani sapete sempre tutto.»
(Mentre lo dice, lancia uno sguardo al marito come a dire “vedi che figura ci fa fare ‘sto ragazzo con le sue convinzioni da ragazzino borioso?”)

Appoggio la carta al lettore. Non succede nulla.

Riprovo. Niente.

Provo ad inserirla. Riprovo a toglierla e riappoggiarla.
Lei, sotto voce ma non troppo:
«Meno male che lo sapeva… Non è capace. La deve solo appoggiare, non inserire… te l’ho detto prima io… guarda che non sente niente, è ovvio che non va…»

Il marito nel frattempo finge di leggere l’etichetta delle gomme da masticare.

Provo ancora. Nulla. Lettore morto. Carta muta.

Poi mi viene un sospetto. Guardo la carta. Nuova fiammante. Neanche un graffio.
«Signora, scusi… ma è già attiva?»

Lei sgrana gli occhi, spalanca la bocca come se le avessi appena chiesto se ha pagato le tasse nel 1992.
«Eh… boh… cioè… la banca ha detto qualcosa… di una busta… il PIN… non ho capito bene. Hanno parlato, ma io con ‘ste cose non ci capisco. Non me ne intendo io, è roba vostra.»