Supermercato appena riaperto dopo la ristrutturazione. La grande novità sono le casse automatiche, oltre alla nuova disposizione delle corsie e all’applicazione di display che hanno previsto l’eliminazione di molti prodotti utili per l’inserimento di prodotti inutili.
Quasi tutti i clienti guardano impauriti quei mostri pieni di luci, le casse automatiche e commentano con “NO NO, IO LA NON CI VENGO!”.
Qualcuno accenna pure un segno della croce di nascosto e si mette in coda alle casse tradizionali. Alcuni clienti che hanno visto il mondo oltre i confini del paese in cui risiedono, azzardano e iniziano a battersi la spesa dicendo a voce alta e con tono spavaldo: “Si, conosco bene queste casse, le uso sempre all’iper…”.
Dopo 5 minuti dobbiamo intervenire in tenuta anti sommossa per strappare la povera cassa dagli artigli del leopardo che ha preso possesso dei tizi in questione. Raramente qualcuno ci riesce e porta a termine l’avventura senza l’intervento nostro e dei paramedici.
Abbiamo ordine di invitare la gentile clientela all’uso dei mostri e con garbo ogni tanto convinciamo qualcuno a provare con la promessa di aiutarlo: “Venga signora, le spiego come funziona e se non riesce la spesa gliela batto io!”. Qualcuno accetta, altri trovano scuse del tipo: “Non vengo che tanto non ci vedo e farei dei danni!”, la più comune è “Sono contro quel genere di casse, tolgono il lavoro alla gente”, un tizio con una testata di capelli grigi e dal profumo di cane bagnato: “bestemmia NO! COL CASSO CHE VENGO LA’”.
Ma ecco che arriva lei! Passo da soldato sovietico, cappelli neri lucidi raccolti sulla testa con uno chignon, occhialini da vista sul naso e modi da guardia carceraria: “Salve, vuole che la aiuti con la cas…” non riesco a finire la frase, “MA SI TOLGA DI MEZZO! MI HA PRESO PER UN’IMBECILLE?!” E con un braccio mi allontana, “MA CREDETE DI AVERE A CHE FARE UN’IDIOTA?! FACCIO DA SOLA! AH AH AH!!! MA ROBA DA PAZZI!”, non replico perché il mio buon modo ormai è evaporato come il vino bianco sulla scaloppina. La osservo mentre con precisione millimetrica passa ogni articolo, lo appoggia sul rullo e non sbaglia nulla! Sono quasi dispiaciuto. Finito il conto raccoglie tutta la merce e si dirige verso il cancello di uscita dell’area casse.
Ora immagino non sappia che deve passare il biglietto sul lettore per farlo aprire, invece lo sa! Lo passa con un movimento che potrebbe spezzare un tronco di abete, il cancello si apre a mo’ di tagliola e il colonnello sparisce nella porta d’uscita. La odio.
Passano cinque minuti e mi trovo in ufficio: BEEEEEEP BEEEEEP [citofono delle sbarre del parcheggio].
Guardo il monitor. E’ lei!.
“Ha bisogno?”.
Cordialità sincera come le banconote da 11 euro. Dal citofono mi maschera di minacce e insulti perché vuole che le apra la sbarra, io non sento molto bene e continuo a ripetere:
“scusi? Può ripetere gentilmente? Non si sente…”.
E via di nuovo con ruggiti e parolacce. Intanto una coda di auto si sta formando dietro di lei e qualcuno accenna un timido colpo di clacson… Interrompo la sua dichiarazione di guerra e le chiedo con il tono amichevole di un vecchio compagno di liceo: “Ma non ha passato il ticket di ingresso alla cassa?”, “NON SONO MICA IMBECILLE, NON LO SAPEVO!”.
Ora la coda di auto si fa nervosa e i clacson cominciano a intonare una melodia da mezzogiorno di fuoco. Ecco, è il momento buono, il leopardo sta scendendo dall’auto per raggiungermi in negozio e nutrirsi del mio sangue mentre io schiaccio il pulsante che alza la sbarra!
Lo spettacolo dal monitor ha inizio: la coda di macchine sbraita verso il felino che non vede la sbarra alzata e viene invitato a risalire in auto se vuole rivedere i suoi cari.
Subito dopo dal labiale vedo la donna pronunciare una frase del tipo “NON SONO IMBECILLE, NON HO VISTO LA SBARRA ALZATA” quindi risale e parte a bomba con la macchina.
Vendetta è stata fatta, ma temo che torni…

Ogni tanto, nelle notti di luna piena, sento un grido lacerante che dice “SONO MICA IMBECILLE!!!” E ho difficoltà a prendere sonno.