Penso che se ogni tanto si racconta qualcosa di triste o di umano,non fa male a nessuno.
Questo aneddoto è accaduto esattamente un anno fa: da allora non l’ho mai più visto, questo nonnino.

Metà mattina, giorno settimanale, primo lockdown.
Arriva un nonnino sui 75 anni nella mia postazione di telefonia e mi chiede di aiutarlo a far ripartire il cellulare, perché non riesce a ricevere i messaggi.
“Lo sa, mi ha convinto mio figlio ad acquistare uno smartphone poco prima del “blocco”, visto che vivo da solo…ma non mi ha spiegato bene come usarlo.”
Glielo accendo, digita il suo pin di sicurezza e mi appare un distinto, giovane e sorridente signore in piedi, con un bel paesaggio marittimo dietro di sé.
Lui subito sottolinea che si tratta di suo figlio, dice il nome e scopri che è nato pochi anni prima di te.
Sorrido ma cerco di capire il perché non si connette. Subito dopo scopro che si è semplicemente scollegato ad internet…nulla di più.
In un attimo arrivano centinaia di messaggi rimasti nel limbo per mesi, lui li apre e scoppia in lacrime: sono tutte immagini di WhatsApp che arrivano da un solo nominativo femminile.