Da qualche giorno abbiamo lanciato una promozione simpatica: un concorso a premi per far conoscere meglio i nostri prodotti.
Funziona così: entri, lasci nome e cognome, clicchi un pulsante su un tablet e scopri subito se hai vinto qualcosa legato al mondo del caffè. Nessun obbligo d’acquisto, niente di complicato. Un gioco, pensavamo. Due settimane di divertimento leggero.
Spoiler: in due giorni è diventato il nostro Vietnam.

Quel pomeriggio entra una signora sulla settantina, impeccabile, occhiali con lenti fotocromatiche ancora scure nonostante fosse dentro da almeno cinque minuti, e dietro di lei una comitiva degna di un matrimonio: figlio, figlia, nuora, nipote con la felpa dei Pokémon e un personaggio non identificato che nessuno si è preso la briga di presentare. Energia da “riunione di condominio con rinfresco”.

Parte la nuora, trent’anni, sorriso da pubblicità del dentifricio. Nome, cognome, click… campanellino digitale e—tadam!—vince un set di tazzine da caffè in ceramica con il nostro logo dorato. Scene di giubilo: urla, abbracci, selfie, la signora che esclama “Che fortuna! Voglio provarci anch’io!”.

Gasatissima, si avvicina.