Showroom di arredamento, design e progettazione, dove chi aiuta e consiglia i clienti, per ovvie ragioni, sono arredatori, architetti e designers. Siparietto tragicomico cui ho assistito.

Entra un cliente, senza salutare:
“Signorina vorrei una luce”.
“Buongiorno signora, che tipo di luce le serve, cosa deve illuminare?“
“Voglio la luce che aveva nella vetrina un mese fa“.
“Bene signora cerchiamola insieme, sa le vetrine cerchiamo di cambiarle almeno una volta la settimana. Può dirmi colore e dimensioni?“
“Nera e quadrata“.

Bene, le viene quindi mostrato un numero infinito di luci, punti luce e lampade, anche sui cataloghi, ma nulla.

“Ma insomma non la trova? Era nera e piatta da un lato… sì aveva anche qualche puntino bianco”.
“Mi spiace signora, ma non saprei cosa farle vedere ancora, altro non abbiamo in esposizione. Mi scusi, ma è sicura che l’abbia vista proprio da noi?“
“Ma certo! Io abito qui vicino e l‘ho sempre vista nella vetrina, ogni tanto la spostavate… sono sicura che a maggio era là” e indica col dito verso la porta.

Dopo qualche secondo di smarrimento.

“Signora a maggio eravamo chiusi, stavamo imbiancando, sistemando gli impianti e sanificando i locali causa Covid, forse ha visto qualche luce degli imbianchini o dei tecnici”.
“Beh e lei non li può chiamare per chiedere che luce hanno usato, così la vado a comperare da loro”.