Quest’estate, tra turisti e viaggiatori, mi è capitato spesso di servire clienti stranieri.
Chi parlava in inglese, chi in francese, qualcuno in tedesco. Io, nel mio piccolo, mi divertivo a rispondere nella loro lingua madre: un “bonjour” qua, un “how are you” là, giusto per farli sentire a casa.

Un pomeriggio arriva una coppia di signori americani: lui con la classica polo a righe, lei col cappello di paglia e il sorriso cordiale.
— «Hi, how are you?»
— «I’m fine, thank you! And you?»

Gli faccio lo scontrino, scambiamo due battute sul caldo e sulla bellezza del posto, li saluto con un “Have a nice day!” e loro se ne vanno felici.

Neanche il tempo di respirare, che si avvicina un signore anziano. Passo deciso, sguardo concentrato.
— «Buongiorno.»
— «Buongiorno!»

Lui mi fissa, serio, e dice con tono quasi cospiratorio:
— «Noi qui italiani. Tu capire?»