— Cosa?! Ma figurati!

Io, senza fiatare, gli appoggio il menù sul banco con i prezzi ben visibili. Non lo guarda nemmeno. Scuote la testa, poi mi indica con l’indice e fa:

— Torno domani quando c’è il capo, perché di te non mi fido. Mi vuoi fregare.

Il giorno dopo io ero in sala a fare le pulizie, ma appena sento la sua voce che entra, mollo lo straccio e corro al banco. Il capo è lì. E la scena è da Oscar.

— Ti devo pagare due zuppe inglesi, ma quella là (indicando me col pollice come se fossi un oggetto) voleva addirittura dieci euro!

Il capo lo guarda e risponde, con tutta la calma del mondo:

— È il prezzo giusto. E quella là, come l’hai chiamata, quando non ci sono – o anche solo quando lo decide lei – ha il pieno potere qui. Compreso quello di sbatterti fuori. Uomo avvisato…

Silenzio. Sguardo a terra. Dieci euro appoggiati piano piano sul banco, come un’offerta votiva. E da quel giorno?

Da quel giorno non ha mai più contestato un prezzo. Mai più. Ma sul suo profumo… continuiamo a lavorarci.