Più o meno sette anni fa lavoravo al bar di uno stabilimento balneare.
Una sera mi si presenta al bancone una squisita coppietta di moglie e marito sulla sessantina, a braccetto, tutti in ghingheri.
Dopo essersi reciprocamente chiesti cosa prendere per qualche istante, permettendomi di udire chiaramente le bestemmie dei troppi clienti in attesa tutt’attorno, lui si gira verso di me mentre lei annuisce sorridendo, e mi dice: “Un caffè in due”.
Mi porge lo scontrino pagato di 1,20€ (si, una ladrata) a muso durissimo, quasi suonasse in una band black metal, e torna immediatamente a badare la moglie.
Nessuno si aspettava un buongiorno, buonasera o per favore; fin qui tutto ok.
Saluto, annuisco, faccio il caffè, lo poso al bancone e dico “Prego”, sorridendo normalmente.
La signora fa una smorfia di disgusto, sparlicchiano tra di loro, mi sembra di percepire delle occhiatacce indignate…VABBE’.
Nel mentre servo altre mille persone da sola, girando di qua e di là come solo un lavoratore stagionale sottopagato sa fare, quando il marito mi chiama e torno da loro.
Era passato qualche minuto, noto che il caffè era ancora lí… penso che ormai sarà diventato freddo e ok, nella mia testa parte il totolamentela, ma: “Signorina, io le ho chiesto un caffè in due, questo qui non mi pare il modo”.
“Scusi, cosa intende?”, chiedo trafelata e spaventata, perché vi giuro che ormai l’avevo indovinata.
“Un caffè in due va diviso in due tazzine, come lo beve mia moglie se io lo prendo amaro e lei con lo zucchero?”
21 Luglio, 2020 il 7:59 am
Non fa una piega. TUTTAVIA, 1) che ne sa la barista di come lo bevete il caffè? 2) basta spiegarsi cortesemente, non è che siccome fa la barista, legge anche nella mente
25 Luglio, 2020 il 10:22 am
Bastava che lui bevesse la prima metà e poi lei aggiungesse lo zucchero nel caffè restante…