Ricordi di Pasqua.
Gastronomia gluten free.
Enorme cartello con la scritta: “colombe e pastiere, su ordinazione”
Venerdì sera, orario di chiusura.
“Buonasera, vorrei un dolce da portare domani ad una parente celiaca.”
“Buonasera, che tipo di dolce?”
“Una colomba o una pastiera. Ecco, una di queste sullo scaffale.”
“Mi dispiace signora, queste sono vendute, ma se vuole abbiamo altri tipi di dolce.”
“No, voglio un dolce di Pasqua. Possibile che questi siano tutti ordinati?”
“Hanno il cartellino con il nome, li vengono a ritirare domani mattina.”
“E allora perché sono sullo scaffale?”
“Mi sembrava brutto portarli a casa e riportarli qui domani.”
“Ma non può darmi uno di questi?”
“No, mi dispiace. Però domani mattina faccio le ultime infornate e se passa alle 10.00 qualcosa la trova.”
“Ma io parto alle 5.00! Non pensavo bisognasse ordinarli, credevo ne faceste tanti!”
“Ha ragione signora, siamo proprio scansafatiche.”
Mi chiedo se, almeno in questo periodo, la signora abbia capito l’importanza della frase “su ordinazione”.
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