In laboratorio facciamo test Covid.
Sabato, 30 minuti DOPO l’orario di chiusura.

Io con il cappotto pronta ad andarmene. Vedo arrivare una signora con il suo pargolo di circa 13 anni. Bussa alla porta (ovviamente chiusa e luci spente). Già prevedo la catastrofe.

“Mi fai un tampone per mio figlio?”
“Buonasera signora, siamo chiusi. Chiudiamo alle 18. Inoltre, se suo figlio deve viaggiare, deve prenotare per ottenere la certificazione.”
“Ma come! Non posso prenotare, mica mi fanno prenotare per adesso!”
“No, infatti, come le dicevo, siamo chiusi. Deve prenotare per lunedì.”
“Ma a me serve adesso!”
“Signora, mi dispiace ma vede non c’è nessuno, è tutto spento. Non posso registrare io nuovi test a mio piacimento a tutte le ore del giorno. Se deve viaggiare, può fare un test in aeroporto.”
“No, che c’entrano i viaggi! Mi sta dicendo che ho preso un taxi fin qui a vuoto?! Vi ho trovato su Google! Allora se uno deve fare un test Covid di sabato può anche morire in questa città!”
“Su Google però sta anche scritto che chiudiamo alle 18, avrebbe potuto prenotare fino alle 17:45. Adesso sono le 18:40.”
“Ma è sabato, eravamo fuori! Adesso lei mi fa un test! Tanto che le cambia per 15 minuti di lavoro in più.”

È sabato anche per me, ma ok.
“Signora, gliel’ho detto. Non posso registrare alcun test oltre l’orario di chiusura.”
“È vostro compito fare questi cosi! È per la SALUTE PUBBLICA!Per mio figlio!”
“Suo figlio ha sintomi?”
“No. È per l’aereo, deve andare ad un concerto.”
“Arrivederci, signora.”