Estate 2020, poste
Titolo: Gente che si crede furba
Svolgimento
Vado a fare la fila alla posta del paesello per pagare un bollettino.
Siccome l’ufficio è piccolo, si può entrare massimo tre alla volta, gli sportelli sono lenti come pochi, fuori c’è una fila di una decina di persone, il che significa almeno 30 minuti di attesa.
Mentre faccio la fila, arriva una signora di fuori, non si sa esattamente di quale zona remota d’Italia, comunque una turista scesa in sardegna a fare le vacanze.
Vede la fila e chiede dove si prende il numero.
“Niente numero signora, si fa la fila qui fuori e teniamo a mente le precedenze.”
“Impossibile, io devo prendere il numero.”
“Signora anche se non ci crede è così, con la storia del covid ora la fila si fa all’esterno e non si prendono più i numeri. Chi prima arriva, prima entra e le precedenze le teniamo noi a mente.”
“NON È POSSIBILE NON È MAI SUCCESSO MI STATE IMBROGLIANDO IO DEVO ENTRARE.”
Rivolta generale delle persone in fila, chi più chi meno si “prodiga” per farle capire che no, non entra, perché c’è da fare la fila, e non ce ne frega nulla se lei non crede che il numeretto non vada più preso.
Questa gentile signora allora esordisce con “Io non mi fido, entro dentro a chiedere allo sportello. Posso entrare a chiedere? Io entro, non mi fido!”
In un moto di orgoglio misto a fastidio, faccio una cosa che normalmente non farei e quindi le dico:
“Allora io entro con lei” (l’ultima cosa che voleva era che, con la scusa di chiedere informazioni questa biscia vestita da donna, saltasse la fila).
La signora non risponde. Si avvicina alle porte automatiche, quando le aprono io entro con lei.
A braccia conserte, appoggiata al muro, assisto alla scena.
“Scusi dove prendo il numero?” al che l’impiegata risponde:
“No, signora, non si prende più il numero, deve fare la fila fuori.”
“Ma come no, quindi non si prende il numero? E come la faccio la fila?”
“Deve fare la fila fuori e mettersi d’accordo con le altre persone in fila. Mi dispiace, ora funziona così.”
“Ma io il numero l’ho sempre preso, l’altra volta che sono venuta qui i numeri si prendevano!”
“Sì signora, ma ormai è da quando ci sono le restrizioni per il covid che non si fa più così. Mi spiace, deve fare la fila fuori.”
La signora si gira, si sente osservata. Attraverso la porta a vetri la gente in fila la sta accoltellando con lo sguardo.
Mi vede, io, senza muovermi dalla mia posizione, alzo una mano per indicarle la porta e dico:
“Quella è l’uscita, prego”.
Senza dire una parola esce e io con lei.
Oltrepassa la filla inferocita e fugge con la coda fra le gambe.
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