Lei scuote la testa, prende un pacco di caffè, lo guarda come se la stesse tradendo.
«Eppure ieri non era qui. Certe cose non si fanno. Mettete in confusione le persone. Non va bene così!»
Poi se ne va, con il suo caffè in mano e l’orgoglio un po’ ammaccato.
Resto lì. La corsia vuota, il profumo del caffè ancora nell’aria, e io con una sola domanda che mi rimbomba in testa:
Secondo voi… quanto è lungo un giorno per la signora in questione?
Perché se ieri il caffè era in fondo, o ha sognato il supermercato, o vive in un loop temporale tutto suo.
Comunque ora vado in pausa.
Con un caffè. Preso, indovinate un po’?
Dalla corsia 4.
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