Abbigliamento.
Primo giorno di saldi nel reparto bambino.
Lo scenario è mediamente apocalittico: in ogni dove sembrano essere esplose bombe che sputano minuscoli vestiti. Magliettine, felpine, pantaloncini si sovrappongono, mescolano, creando una valanga in cui nulla ha più un suo posto.
Mi faccio coraggio e inizio a ripiegare tutto, cercando un ordine, partendo da un tavolo a caso.
A un certo punto arriva la classica signora con la spocchia, accompagnata da sua madre e i suoi 2 figli, di cui uno un po’ più grande (sui 7-8 anni) e l’altro molto piccolo. Quello grande siede nel passeggino, tenendo in braccio il più piccolo che sbraita come un dannato.
La signora fruga tra i vestiti finché non viene a chiedermi aiuto: “C’è la taglia 18 mesi di questo?”
“Un attimo solo, controllo… Sì, signora, dal dispositivo risulta in negozio, dovrebbe cercarlo.”
Mi guarda con aria poco convinta e continua: “Devo cercarlo? Ma dove? Che cos’è, la caccia al tesoro?”
Con calma, mentre i suoi figli pensano bene di giocare al tiro della scarpa, le rispondo che mi dispiace, ma purtroppo con la merce in saldo spesso succede così, dato che i pezzi rimasti in vendita sono pochi e spesso vengono spostati dagli acquirenti.
La signora non mi risponde e si allontana, indispettita, lamentandosi con la madre.
I bambini continuano a urlare, piangere, prendere, spostare e tirarsi vestiti indisturbatamente e io mi chiedo quale sia la politica del negozio in caso di omicidio.
Dopo una lunga agonia, la signora si congeda, dicendo ai figli: “andiamo, avete distrutto il reparto!”
IO BOHHH!!