Ora l’intercity attraversa la seconda porta scorrevole e sta per arrivare, osservo la discesa del mio passaggio a livello cigolante e stimo che se non vuole scoperchiarsi il cranio dovrà arrestare la corsa, il maledetto lo capirà, eccome se lo capirà!

Momento cruciale: il cliente, forse in ritardo per l’appuntamento con gli altri rimbambiti che ci hanno deliziato oggi, non intende frenare e la serranda ormai è in linea con le sue arcate sopracciliari.

È questione di mezzo secondo: tolgo la mano dalla chiavetta e mi lancio verso il kamikaze al grido di: “FERMOOOOO!! NON VEDE LA SERRANDA??? Ma vuole spaccarsi il cranio?”.

Il genio si ferma (non esagero) a venti centimetri dal bordo limato in ferro e mi guarda stupito: “Sì ok, ma non aveva ancora toccato terra quindi io avrei diritto di entrare, dico male?”.

Quello che usciva dalla mia bocca non rispecchiava minimamente lo tsunami di bestemmie che stava esplodendo nella mia testa. Mi sono limitata a di dire: “Mi scusi se le ho urlato ma, mi dispiace, abbiamo già chiuso la barriera casse. Il supermercato è chiuso”.

Buone Feste a tutti e che l’Epifania se li porti via!